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12 VENDÔME, UN RAFFINATO PORTAGIOIE PER LA MAISON CHAUMET
1780 - 2020. Chaumet ha scritto la sua storia straordinaria un secolo dopo l’altro; una saga ininterrotta lunga 240 anni: quella del primo gioielliere a stabilirsi presso uno degli indirizzi più rinomati al mondo, Place Vendôme a Parigi. Per celebrare questo anniversario e riportare all’antico splendore l’hôtel particulier Baudard de Sainte-James, la Maison di fama mondiale ha completamente restaurato il suo prestigioso flagship store. Scopriamolo assieme in una visita privata al 12 Vendôme.
UN TUFFO NELLA STORIA
Se Parigi ha due anime, quella di Luigi XIV e quella di Napoleone, Place Vendôme è la loro metempsicosi, infusa della doppia eredità classicista del Re Sole e della gloria imperiale del celebre generale corso. Tra il 1685 e il 1699, su consiglio del Ministro delle Finanze Louvois, Luigi XIV decise di creare questa piazza ampia ma protetta nel centro del potere di Parigi sotto l’Ancien Régime. L’architetto, Jules Hardouin-Mansart, disegnò una piazza ottagonale lunga 213 metri e larga 124, con un’architettura lineare ma elegante, simile ad uno smeraldo dal taglio arrotondato. Circondano la piazza ventotto hôtel particulier: palazzi privati dalle proporzioni e dall’allineamento perfetti.
Nel 1777, Claude Baudard de Sainte-James, tesoriere della Marina francese, rivendicò il numero 12 di Place Vendôme, luogo privilegiato con una vista sulla piazza a 180 gradi. Scelse poi i migliori artigiani della corte di Versailles per dare forma alla sua residenza privata. Nel 1779, l’architetto François-Joseph Bélanger, che aveva costruito lo Château de Bagatelle in soli due mesi, applicò la sua visione innovativa alla disposizione interna delle sale, creando una spazio festoso, al contempo sontuosamente sorprendente ed elegantemente raffinato. Le parti in legno furono prodotte dai fratelli Rousseau, che, in omaggio al padrone di casa, decorarono le porte con conchiglie, ancore, tridenti e raffinati delfini d’oro. Il pittore Jean-Jacques Lagrenée Le Jeune riprese il tema del mare per la realizzazione di tele ovali raffiguranti Nettuno e Oceano. Quella che sarebbe presto diventata la dimora di Chaumet era finalmente pronta per accogliere i suoi abitanti, rivelando un’energia e un’eleganza che l’avrebbero contraddistinta per i secoli a venire.
UN GIOIELLIERE REALE E IMPERIALE
Nel 1780, Marie-Étienne Nitot, apprendista del gioielliere del re, Ange-Joseph Aubert, creò la sua Maison gioielliera, Chaumet, scrivendo così il primo capitolo di una storia che continua ancora a fiorire quasi due secoli e mezzo dopo. Chaumet superò la Rivoluzione francese, la caduta dell’Ancien Régime e il colpo di stato del 18 brumaio, prima di entrare nella storia quando Napoleone richiese alla Maison di creare i gioielli per la sua incoronazione, inclusa la spada imperiale con il celebre diamante Reggente Golconda. Napoleone fece inoltre creare a Chaumet numerosi doni, simboli del suo amore per Giuseppina, di cui Nitot divenne gioielliere ufficiale. Negli anni, Chaumet creò per lei gioielli da cerimonia e personali, recanti messaggi e simboli della sua storia d’amore con Napoleone. Le creazioni del gioielliere rivelavano le molteplici sfaccettature di una donna, amante appassionata e imperatrice.
“L’UNIVERSO GIOIELLIERO PARIGINO RISORSE A NUOVA VITA ALL’INIZIO DEL XIX SECOLO, CON LA CONSACRAZIONE DELL’IMPERATORE E L’INCORONAZIONE DI GIUSEPPINA”, SPIEGA CLAIRE GANNET, DIRETTRICE DEL PATRIMONIO DI CHAUMET.
A seguito della sua vittoria ad Austerlitz, Napoleone scelse Place Vendôme per erigere una monumentale colonna celebrativa in onore dell’esercito, realizzata utilizzando 1.250 cannoni sottratti ai russi e ai prussiani durante la campagna del 1805 e decorata da bassorilievi in bronzo che narrano le più celebri vittorie dell’imperatore, in un motivo a spirale che sale fino alla sommità. Place Vendôme fu anche il primo luogo al mondo in cui furono installati lampioni a gas, valendo a Parigi il titolo di Ville Lumière quando vennero accesi per la prima volta nel 1829.
Negli anni, la storia straordinaria del celebre hôtel particulier è andata costellandosi di eventi che l’hanno reso una leggenda. Nel 1848 il palazzo ha ospitato l’ambasciata russa. Frédéric Chopin via ha poi risieduto per un periodo su invito dell’amica, la contessa Potocka. Poco prima della sua morte, avvenuta il 17 ottobre 1849, compose la sua ultima mazurka nel Grand Salon, riconosciuto patrimonio nazionale francese nel 1927. Come tributo al celebre compositore, nel 1864 Pierre-Victor Galland dipinse sul soffitto un’allegoria della musica raffigurante la musa Euterpe. È inoltre qui che la giovane Eugénie de Montijo si stabilì nel 1851, iniziando una relazione amorosa con il futuro Napoleone III, che abitava a pochi portoni di distanza, al numero 6. La nuova coppia imperiale scelse Chaumet per la creazione di numerosi gioielli sentimentali, incluse le fedi di matrimonio, tutti attentamente catalogati negli archivi della Maison. Il gioielliere si trasferì dall’Hôtel Gramont, situato al numero 15 di Place Vendôme, acquistato dalla famiglia Nitot nel 1811 e diventato poi Hôtel Ritz nel 1897, a rue Richelieu, prima di stabilirsi definitivamente al numero 12 di Place Vendôme nel 1907, sotto la guida di Joseph Chaumet. In linea con queste premesse straordinariamente contemporanee, decise di riunire nello stesso luogo una boutique, un laboratorio e uno studio fotografico per documentare ogni creazione.
Un palinsesto di storia francese in cui lusso e potere si mescolano ad art de vivre e cultura, 12 Vendôme è presto diventato l’emblema della ricchezza di Parigi nel mondo.
STORIE MEMORABILI
2020. La Maison Chaumet celebra il suo 240o anniversario, ultimo apice di una storia lunga quasi due secoli e mezzo e di collezioni contraddistinte da una modernità vivace che deriva da un’unione equilibrata di longevità e creatività. E quale migliore regalo per festeggiare questo anniversario del restauro del numero 12 di Place Vendôme? “Abbiamo sentito la necessità di riportare all’antico splendore questo luogo dalle premesse uniche. È una responsabilità, anzi un dovere, che deriva dal privilegio di occupare un posto così straordinario,” ha spiegato Jean-Marc Mansvelt, CEO di Chaumet. “Dai tagliapietre che hanno lavorato alla facciata agli artigiani che hanno contribuito ai diversi spazi interni, tutti si sono impegnati appieno per far riaffiorare le nobili origini di questo palazzo. Perché questo è il cuore pulsante di Chaumet, il luogo dove si scrive la sua leggenda.” Gli spazi sono stati ridisegnati e i legami tra essi reimmaginati, per contribuire a ricreare la vocazione originale del luogo come hôtel particulier e residenza parigina di lusso. È un invito ad intraprendere un viaggio coinvolgente trapunto di gioielli, intime sale e sontuosi decori in oro, legno e pietra. “La passione scorre nella Maison Chaumet,” racconta Patricia Grosdemange, l’architetta e interior designer che ha gestito il restauro. “Quella condivisa da Napoleone e Giuseppina è una passione per l’eccellenza e l’artigianalità. È una storia coinvolgente e potente. Mi piace svelare le emozioni di un luogo, e lo faccio come se stessi componendo una melodia, alternando crescendo e diminuendo. È come un brano musicale che racconta la storia della Maison da una prospettiva intima.”
L’architetta si è ispirata alla struttura delle tiare, l’essenza del savoir-faire Chaumet. Le tiare presentano una base solida e stabile a cui sono sovrapposti elementi poetici, delicati e femminili. Patricia Grosdemange si è rifatta allo stile di Luigi XIV, elemento distintivo delle arti decorative francesi, reimmaginandolo in chiave moderna e raffinata. Materiali e colori attentamente selezionati creano palette cromatiche di beige, bianchi e blu impero abbinati a dettagli grigio-blu e dorati. “Il tutto è sottolineato da una selezione di arredi d’antiquariato,” continua Patricia Grosdemange. “Li abbiamo scelti con l’aiuto di una figura specializzata nel XVIII secolo. Tutto ciò che abbiamo fatto ha un significato e contribuisce a raccontare la storia di Chaumet con grande sensibilità.” Un pianoforte a coda Pleyel del 1920 nel Grand Salon, ora Salone Chopin, è emblematico di questo approccio, ed evoca l’animo musicale dell’illustre compositore nel luogo in cui ha creato le sue ultime opere musicali.
INTIMITÀ E CERIMONIA
La gioielleria è sia sentimenti profondi che cerimonie sontuose, ed entrambi gli aspetti hanno ispirato il restauro di 12 Vendôme. Le collezioni Joséphine, Liens e Jardins sono presentate al piano terra in un’ambientazione naturalistica di alabastro, spighe di grano e oro, in un richiamo alla personalità di Giuseppina, che non ha mai abbandonato la Maison. Un maestoso scalone invita i visitatori verso l’atmosfera più intima della boutique, accompagnati da estratti delle appassionate lettere d’amore di Napoleone, riprodotti a mano: “Ogni giorno mi sveglio colmo della tua essenza. La tua immagine e le inebrianti delizie della scorsa notte non danno pace ai miei sensi.” L’accogliente atmosfera del primo piano si svela in una successione di intime sale. I futuri sposi sono accolti nel Salone Malmaison, un boudoir bianco coronato da una romantica tiara scolpita in bassorilievo. Coppie innamorate vengono a scegliere gli anelli più importanti della loro vita, e future spose si fanno accompagnare dalle amiche per trovare un gioiello d’eccezione che si abbini al loro abito. A lato si trova un’alcova privata con un piccolo rosone da cui si possono ammirare i giardini nascosti di 12 Vendôme. I muri sono ricoperti da una lussureggiante vegetazione che reimmagina la ricca tradizione delle arti decorative francesi con alberi e piante impreziositi da spighe di grano e rami di alloro, come un giardino segreto. Immerso in una luce celeste, il salone presenta arredi d’eccezione, ed è il luogo in cui sono realizzati gli ordini speciali: un portagioie all’interno di un portagioie. I pannelli delle pareti sono realizzati a intarsio, creando un gioco di materiali e di luci in cui i toni dorati degli steli di segale fanno risaltare le gemme preziose esposte.
Lo scalone che porta dai saloni privati alla Galleria crea una poetica unione tra cielo e terra, una volta di foglie di quercia, per celebrare l’albero sacro presente in molte creazioni Chaumet. Al piano terra, i visitatori sono accolti nella Galleria, in un’atmosfera completamente diversa. Con il suo stile anni ‘70, lo spazio evoca un periodo particolarmente florido per la Maison, poiché mise da parte le convenzioni per rivolgersi ad una creatività più innovativa, che rese la gioielleria parigina più appetibile anche per una clientela più giovane. È proprio qui che l’iconica collezione Liens fu presentata per la prima volta nel 1977, con la sua visione decisamente contemporanea dei gioielli sentimentali.