Maria Grazia Chiuri presenta la sua collezione haute couture Autunno/Inverno 2019-2020 per Dior

Moda e Pelletteria

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Lo scorso 1 luglio presso l’hôtel particulier al numero 30 di Avenue Montaigne, luogo di nascita della Maison Dior presso cui tutti i direttori artistici hanno lavorato in stretta collaborazione con gli atelier, si è svolta la sfilata di presentazione della collezione Dior haute couture creata dalla direttrice artistica Maria Grazia Chiuri. Concepita come forma d’arte destinata a vestire corpi sempre diversi, unici e dotati di una propria identità, la sfilata ha mostrato sotto una nuova luce l’haute couture, conferendole una nuova visione concettuale.

Tra le fonti di ispirazione della collezione vi sono le riflessioni di Bernard Rudofsky, l’architetto che ha messo in discussione la forma e la funzione dell’abito, e le opere di Penny Slinger, che ha curato l’ambientazione della sfilata. Le dirompenti creazioni in bianco e nero dell’artista femminista raccontano la forza alchemica del fuoco, dell’aria e dell’acqua in una natura aspra e misteriosa popolata da figure femminili.

Dior / © Adrien Dirand

Queste creazioni rievocano le cariatidi, sculture con sembianze di donna che sostenevano l’architettura dei templi antichi. Avvolte in tuniche dalle linee pure, sono un chiaro rimando all’unico abito bianco che Maria Grazia Chiuri ha creato per questa collezione che indaga la forza multiforme del nero.  “Potrei scrivere un libro sul nero,” aveva dichiarato lo stesso Christian Dior.

Con questa collezione realizzata quasi interamente sui toni del nero, fatta eccezione per i rari cenni di colore usati per risaltarlo, Maria Grazia Chiuri desidera tornare all’origine dell’haute couture e creare un confronto con la contemporaneità. Il nero esige la perfezione e dà vita in questo caso a delle cappe che si trasformano durante la sfilata. Ogni abito è un edificio che non ha paura di mostrare la sua struttura, l’impalcatura che lo regge e lo definisce.

Dior / © Adrien Dirand

“Più che di un nuovo modo di costruire, abbiamo bisogno di un nuovo modo di vivere,” aveva affermato proprio Bernard Rudofsky. Seguendo questo fil rouge, la nuova collezione descrive uno scenario originale e offre la possibilità di compiere una riflessione tra abito e abitare, tra moda e architettura, tra forma e funzione. L’haute couture diventa quindi un laboratorio creativo in cui ampliare i propri orizzonti sugli abiti e sulla loro relazione con il tempo e lo spazio.