Raccolti promettenti per i millesimati del 2019 delle Maison LVMH produttrici di Champagne
Vini e Alcolici
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© Moët Hennessy
Il 9 settembre nella regione Champagne è stata ufficialmente inaugurata la stagione della vendemmia – il “ban des vendanges”. Questo periodo critico, che ogni anno vede migliaia di lavoratori stagionali accorrere nella regione per contribuire alla raccolta dell’uva, attinge al savoir-faire d’eccezione delle Maison produttrici di Champagne del Gruppo LVMH, le cui tecniche sono in continua evoluzione.
Il raccolto segna la fine dell’anno di viticoltura, iniziato il 1° novembre dell’anno scorso. Ogni Maison LVMH – Dom Pérignon, Ruinart, Moët & Chandon, Veuve Clicquot, Krug e Mercier – ha una visione diversa del raccolto, che tiene conto di indicazioni stabilite insieme a specialisti del settore vinicolo dello Champagne. “Il nostro approccio è al contempo qualitativo e stilistico. Ogni Maison ha la propria firma”, spiega Vincent Chaperon, chef de cave di Dom Pérignon.

Nella regione della Champagne, l’uva viene raccolta a mano per preservare i grappoli intatti, garantendo una spremitura ottimale. Quest’anno saranno circa 5000 le persone che lavoreranno tre settimane per raccogliere i frutti delle tenute di Dom Pérignon, Ruinart, Moët & Chandon, Veuve Clicquot, Krug e Mercier che, in totale, occupano 1700 ettari (17 km2). Le Maison LVMH si affidano a team di raccolta consolidati, provenienti in parte dalla regione della Champagne, ma soprattutto dalla vicina Hauts de France.
Quest’anno è stato atipico e le aspettative per il millesimato del 2019 sono elevate. Le condizioni meteorologiche si sono discostate notevolmente dal clima abituale della regione Champagne, registrando periodi di caldo intenso, maturazioni tardive e ondate di calore che hanno permesso all’uva di recuperare il ritardo rispetto al ciclo standard. A fine agosto, la concentrazione zuccherina era il doppio di quella prevista stimolando il processo di maturazione dei frutti.

Vincent Chaperon prevede “un millesimato con rese moderate di qualità molto promettente”. Il clima caldo e l’assenza di pioggia durante il periodo di maturazione suggeriscono “concentrazione e ricchezza”, mentre il livello di acidità relativamente elevato dell’uva potrebbe conferire ai vini futuri “una certa tensione”.