Durante l’edizione 2020 del premio LVMH Innovation Award, il Gruppo rivela i risultati di un sondaggio riguardante l’impatto della crisi sulle startup, condotto in collaborazione con Les Echos e Opinion Way

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Durante la cerimonia 100% digitale del premio LVMH Innovation Award, trasmessa in diretta sul sito web del Gruppo, sono stati pubblicati i risultati di uno studio riguardante l’impatto della crisi attuale sullo spirito imprenditoriale e sulla salute delle startup. Condotto da LVMH in collaborazione con Les Echos e Opinion Way, il sondaggio esplora lo stato d’animo del grande pubblico e delle startup in Francia nel contesto della crisi economica causata dalla pandemia di Covid-19.

 

Mentre le conseguenze della pandemia di Covid-19 iniziano a farsi sentire, qual è lo stato d’animo delle startup e dell’ecosistema imprenditoriale in generale? Questa è la domanda a cui il gruppo LVMH ha provato a rispondere con un sondaggio sull’impatto della crisi sulle startup, condotto da Opinion Way in collaborazione con Les Echos. Questo studio è stato effettuato sotto forma di sondaggio d’opinione su un campione di 1.000 persone dai 18 anni in su, rappresentativo della popolazione francese, nonché su 74 startup appartenenti all’ecosistema LVMH.

Dal sondaggio, emerge un quadro contrastante relativo alla visione della crisi sulle startup da parte dei professionisti del settore e del grande pubblico. Lo studio mette in evidenza prima di tutto un’importante differenza di percezione tra i due gruppi di intervistati: tra i francesi, solo il 20% pensa che la pandemia di Covid-19 abbia rafforzato lo spirito imprenditoriale; tra i manager delle startup, invece, il 61% ritiene che la crisi abbia creato nuove opportunità di business. All’interno della popolazione francese, le differenze emergono anche a livello generazionale: il 32% di individui dai 18 ai 24 anni e il 33% di intervistati dai 25 ai 34 anni dichiarano infatti che lo spirito imprenditoriale è diventato più forte. Il pensiero degli individui di età compresa tra i 18 e i 34 anni sembra più in linea con quello delle startup che con il resto della popolazione francese.

L’ottimismo dei manager delle startup è confermato da un altro dato: l’88% dei manager ritiene che il lockdown e il conseguente allentamento delle restrizioni abbiano permesso ad alcune startup di farsi conoscere al pubblico francese e di sviluppare la loro attività. I francesi credono che il lockdown abbia favorito la digitalizzazione della società: il 74% degli intervistati ritiene che il periodo di isolamento abbia accelerato la “digitalizzazione dei servizi” nel grande pubblico e abbia permesso la nascita di alcune startup.

Tuttavia, dallo studio emerge un dato negativo legato al timore comune, da parte di entrambi i campioni di intervistati, riguardante gli investimenti futuri nelle startup: il 60% della popolazione e il 58% degli imprenditori ritengono che ci saranno difficoltà a ottenere finanziamenti a seguito della crisi sanitaria. La ragione di questo risultato è il pessimismo generale relativo all’andamento dell’economia francese dopo il lockdown. Il 55% degli imprenditori prevede che gli investitori si concentreranno sulle attività in cui detengono già partecipazioni, a scapito delle altre. Il 60% del campione ritiene che gli investitori si aspettino una crescita della redditività a breve termine e il 53% delle startup pensa di dover scegliere un nuovo modello di business per incrementare il proprio rendimento più rapidamente.

Nonostante questo, va notato che la fiducia delle startup nei loro investitori rimane alta: l’85% di queste dichiara di avere fiducia nei propri investitori, il che conferma un certo ottimismo sul versante degli imprenditori.

Lo studio completo condotto dal Gruppo LVMH in collaborazione con Les Echos e Opinion Way può essere consultato qui: https://startups-lvmh.lesechos.fr/